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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Alla scuola di Gesù

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Origene ha scritto alcuni commenti ai vangeli, in questo commento descrive il rapporto tra Gesù e gli apostoli come quello tra il maestro e i suoi discepoli. Si avvicinarono a lui i discepoli, vanno intese nel senso di scolari che pongono domande al maestro esaminando chi è il più grande nel regno dei cieli. Da questo punto di vista i discepoli sono da imitare. dove due o tre sono radunati nel suo nome, Gesù è presente ed è pronto a illuminare i cuori di coloro che sinceramente voglio comprendere i quesiti. non è fuori luogo neanche e porre una domanda analoga ai maestri: chi è il più grande nel regno dei cieli?

La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

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Parabola: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quel

L'Europa e la cultura araba

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L'Islam si revelò più progedito dell'Occidente per molti anni. I dotti mussulmani rielaborano le teorie di Aristotele e Platone, e inoltre in Occidente vengono tradotte in latino molte opere dei filosofi e degli scenziati mussulmani. Scienziati Islamici compiono progressi nell'alchimia, la medicina, la fisica e l'astronomia. rilevante è il loro contributo nella matematica. La fase di maggior splendore della civiltà araba viene sotto la dinatia abbaside, che porta la capitale a Baghdad, dove si sviluppa la lettura araba che ha forti intenti pedagogici.La prima opera scritta in latino è il libro di Kalila e Dimma, che riginariamente era scritto in lingua indiana. A origini indiane risale anche l'opera letteraria le mille e una notte e anche la storia della regina Sherazade, che salva la propria vita raccontando una serie di novelle di autori, epoce e origini diverse.

la scuola nell'Islam

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L' educazione Islamica si richiama anche alla Sunna. I mussulmani hanno il dovere di istituirsi e di istituire. L'istruzione primaria: nella scuola coranica elementare si cura l'educazione dei maschi, inizialmente nelle Moschee finchè non vengono creati locali appositi. Tale istruzione è basata innanzitutto sulla memorizzazione dei versetti del Corano, per cui diventa fondamentale la mnemotecnica. Vengono poi insegnate la lingua araba, la grammatica, il calcolo e infine le tradizioni. Istituzione secondaria: Qui si acquisiscono le abilità manuali e le competenze specifiche in ambito di lettura, predicazione, medicina, geometria, commercio e artigianato. Istituzione superiore: Le discipline principali sono la tecnologia e la scienza coranica. Si studiano anche la filosofia, la metrica, la retorica e la logica, le tradizioni e il calendario liturgico. Negli studi rientrano anche l'architettura e la calligrafia. Inizialmente l'insegnamento nella madrasa era riservato

l'educazione nell'Islam

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Il Corano è un codice religioso, giuridico, morale e sociale ed è quindi un codice generale dell'educazione. I divieti del Corano non sono destinati al bambino immaturo, ma al bambino responsabile o all'adulto responsabile del bambino. L'Islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti. Si tratta di un'educazione armoniosa come preparazione alla vera vita nell'aldilà. Il bambino impara subito che riceverà  un premio o una punizione nella vita dopo la morte e la decisione verrà presa in base alla condotta nella vita terrena. L'educazione è quindi contraddistinta da un'impronta religiosa: infatti i due valori fondamentali sono la fede e la conoscenza che si trasmettono attraverso la rivelazione Coranica.

Maometto e l'islam

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La nascita dell'Islam si deve al profeta Maometto, il quale avrebbe ricevuto la rivelazione di Dio dall'Arcangelo Gabriele. Il contenuto di questa rivelazione costituisce il Corano. Maometto si definisce l'ultimo profeta e siccome non sapeva leggere e scrivere trasmetteva oralmente il contenuto del Corano. Questo a determinato varie versioni diverse , nel 652, il califfo Uthma lo fa trascrivere. il Corano contiene i cinque pilastri dell'Islam: -la testimonianza di fede; -le cinque preghiere quotidiane; -il pagamento dell'imposta coranica che non è soltanto un elemosina,ma un atto di solidarietà concreta; -il pellegrinaggio alla Mecca; -il digiuno del mese di Ramadan.

L'educazione nella civiltà mussulmana

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Il mondo arabo preislamico:la tradizione orale La civiltà araba sviluppa uno stretto legame  con la religione grazie a Maometto, il fondatore dell'islam. Prima della conversione all'islam l'Arabia era abitata soprattutto da tribù nomadi : i Beduini, che si spostano portando con se tutti i propri beni e che trasmettono le proprie tradizioni in modo orale. I poemi preislamici hanno anche un  carattere pedagogico, essi insegnano valori quali l'ospitalità, la generosità, la carità e l'amore per gli animali.

l'educazione del cavaliere

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L'educazione cavalleresca è la prima forma di educazione laica medioevale. Al cavaliere vengono insegnati la lealtà al proprio signore e la fedeltà agli impegni assunti. Egli deve anche imparare anche a prendersi cura dei deboli e a difendere la chiesa. Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene con una cerimonia chiamata investitura. La formazione del cavaliere avviene molto presto: - a sette anni il ragazzo viene affidato come paggio; -a quindici anni viene inviato come scudiero; -a ventun anni diventa cavaliere.

Scuole episcolpali, parrocchili, patriarcali

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  I monasteri si caratterizzano per essere luoghi di culto e per essere centri di formazione dei monaci. Qui i giovani apprendono la lettura e la scrittura e gradualmente queste scuole iniziano ad accogliere anche chi non intende pronunciare i voti. Alcuni monasteri fanno convivere al loro interno due scuole, per chierici e laici, come ad esempio il monastero di San Gallo. Il concilio di Toledo nel 527 stabilisce che i futuri sacerdoti devo essere formati da un chierico e nascono le scuole episcopali. Il numero di scuole era però ridotto e a risolvere questo problema interviene il concilio di Vaison che stabilisce di istituire le scuole parrocchiali e presbiterali. In oriente invece sopravvivono le scuole di tipo ellenistico. Solo con Giustiniano viene imposta la religione Cristiana nelle scuole e il divieto d’insegnamento per gli ebrei e i pagani. Gli studi rimangono comunque sotto il controllo dello stato. Nel XI secolo vengono istituite le scuole patriarcali nelle quali è bandit

Carlo Magno e la scuola Palatina

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Il progetto politico di Carlo Magno prevede la costruzione di un impero che richiami all'impero romano e al cristianesimo. Carlo da vita alla rinascita Carolingia, poichè lui ha compreso l'importanza di una riforma della struttura di governo che investa tutti i campi della cultura ed  in modo particolare l'istruzione. Nel 782 Carlo Magno ha incaricato Alcunio di York di istituire la schola Palatina  destinata ai figli della nobiltà laica desiderosi di acquisire una formazione classica anche in vista della partecipazione all'amministrazione del rtegno. Il programma didattico di Alcunio prevede: - un'istruzione primari con l'insegnamento della lettura e della scrittura; - vengono poi introdotte le arti del trivio e del quadrivio; -nel livello più alto, lo studio della filosofia che, a sua volta, diviene preliminare per la conoscienza approfondita delle sacre scritture. Carlo Magno fonda le scuole monastiche e presbiteriali per preparare programmi scolastici si

Gregorio Mgno: la formazione del clero e l'educazione popolare

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Gregorio Magno nella sua regola pastorale detta i principi pedagogici per la formazione di chierici e vescovi. Egli considera sia la cultura classica che quella cristiana fondamentali per una formazione completa degli uomini della chiesa. Convinto sostenitore della formazione del popolo in alcune sue opere ricorda ai vescovi di continuare la formazione popolare attraverso la predicazione, che si deve adattare ad un uditorio modesto e quindi con un linguaggio comprensibile a tutti. Accanto a questo un'altro dei suoi principi è il ricorso alle immagini. Importante anche la fondazione della schola cantorum, che riconosce nel canto un momento importante per unire i credenti nelle funzioni religiose. Dopo aver pronunciato i voti Gregorio trasforma in monasteri i suoi possedimenti a Roma e in Sicilia per diffondere la cultura religiosa anche tra il popolo.

Severino Boezio: le arti liberali e la filosofia

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Le arti liberali sono al centro fdelle riflessioni di Severino Boezio. Lui scrive varie opere dedicate a ciascuna delle discipline delle arti liberali per evitare che vadano perdute. alla base di queste opere c'è l'obbiettivo di studiare il mondo da diversi punti di vista. Le arti del quadrivio - aritmetica, geometria, astronomia e musica- colgono rispettivamente l'ordine ela perfezione del numero, dello spazio, dei corpi celesti e dei suoni. Boezio vuole fornire una conoscienza della verità sul mondo, per spingere l'allievo a capire le regole che presiedono all'armonia del cosmo. Lui si occupa della logica, traducendo le opere di logica di Aristotele. La dialettica si articola in tre fasi corrispondenti a tre diversi momenti del percorso formativo: - lo studio della parola, del suono e del significato; -lo studio del valore logico della parola, ossia se essa indica una cosa o un suo attributo; - lo studio della proporzione, intesa come unione logica delle parole

Benedetto da Norcia e Cassiodoro: il monachesimo occidentale

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Dopo l’editto di Costantino e quello di Tessalonica la chiesa ha ha assunto un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani. È la chiesa che garantisce l’istruzione a partire dal V-VI secolo.  Il monachesimo, nato in oriente, inizialmente si esprime come il desiderio di imitare Cristo, scegliendo di vivere in povertà. Dal fenomeno isolato, il movimento si organizza dapprima in comunità aperte e in seguito in comunità con regole di vita. Nel VI secolo il movimento si diffonde anche in Occidente grazie a Benedetto da Norcia, il quale fonda il monastero di Montecassino. Secondo Benedetto la vita del Monaco deve essere caratterizzata dall’impegno quotidiano e del lavoro manuale.  La vita nel monastero si svolge in comunità, ognuno ha un ruolo e la vita è scandita dalla preghiera. Al lavoro manuale i monaci alternano infatti la preghiera e il lavoro intellettuale, che consiste nella ricopiatura dei testi classici e e contribuendo così alla salvaguardia del patrimonio culturale de

Il nome della rosa

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In una abbazia benedettina un frate francescano, Guglielmo da Baskerville. È accompagnato dal giovane Adso.  Durante la sua settimana di permanenza, nell’abbazia avviene una serie di misteriosi delitti.   Tutti questi omicidi a catena sono stati architettati da Jorge per motivi ideologici: impedire la lettura di una copia del secondo libro della Poetica d’Aristotele, dove l’autore vede la disposizione al riso come una forza buona. Secondo Jorge la conoscenza dell’arte comica avrebbe avuto effetti negativi. Al centro di tutte queste morti c’è dunque un libro pericoloso, sia dal punto di vista ideale che materiale. Jorge, infatti, per evitare che questo testo potesse essere letto da chiunque, aveva cosparso le pagine della Poetica d’Aristotele con un veleno particolare, sottratto all’erborista Severino. Quando un lettore sfogliava le pagine del libro, toccava inavvertitamente il veleno e, quando appoggiava il dito sulla lingua per girare il foglio, lo ingeriva e ovviamente moriva. Jorge

Sant'Agostino e il maestro interiore

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Agostino ritiene che i modelli educativi e culturali classici possono essere pericolosi se utilizzati solo per sé, ma si rivelino utili se inseriti in una prospettiva cristiana. Agostino promuove una collaborazione tra ragione e fede. La fede è il punto di partenza fondamentale, senza il quale non si può neanche intraprendere il cammino della conoscenza, ma successivamente è la conoscenza a consolidare la fede. Nelle confessioni Agostino delinea la sua concezione di insegnamento fondato sulla curiosità e sull’interesse dell’allievo e non sulla costrizione. Nella sua opera "il maestro" affrontare questioni fondamentali del suo pensiero educativo. Il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio, perché esso è costituito da segni che possono essere compresi solo da chi conosce già le cose a cui sì riferiscono. Il maestro attraverso il linguaggio può dunque soltanto stimolare l’allievo a ricercare la verità dentro se stesso consultando la propria anima il maestro interior

Patristica latina dei secoli successivi: san Gerolamo e san't Ambrogio

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A San Gerolamo si deve la Vulgata, la versione in latino della Bibbia. Gerolamo insiste sull’importanza dell’educazione della prima infanzia, compito assegnato ai genitori che devono impartire valori morali e religiosi, facendo leva sulla lode. In questo ambito sottolinea il compito della madre come prima educatrice delle figlie che deve indirizzare verso la preghiera e la conservazione della purezza. Egli insiste in particolare sull’educazione femminile attraverso tre lettere. Gerolamo consiglia per l’educazione delle fanciulle anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica.  In Gerolamo è presente un’attenzione particolare per l’educazione femminile, ma in chiave esclusivamente morale religiosa. Anche Sant’Ambrogio contrasta gli aspetti della cultura pagana che possono ostacolare la conquista della vita eterna. La sua opera si intitola i doveri dei sacerdoti. Ambrogio indirizza la propria opera ai figli i  senso spirituale, cioè il clero e la popolazione.  Ambrogio fa us

I primi apologisti della Patristica latina: Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana

 La Patristica latina, che è il gruppo dei padri della Chiesa che scrive il latino, è più radicato nell’Occidente dell’impero. I padri latini sono molto attirati dalla filosofia e se ne occupano senza sviluppare idee originali. Minucio Felice nel II secolo d.C. ha scritto il dialogo Ottavio. Questo scritto ha l’intenzione di stabilire un rapporto con la cultura pagana. Ma lo stesso scrittore ha lasciato duri attacchi contro i filosofi greci e afferma che le concordanze tra i pagani e il cristianesimo sono dovute a una lontana influenza dei profeti.   Una posizione ancora più critica è quella dello scrittore Pertulliano, secondo il quale è la fede e non la ragione l’unico mezzo per raggiungere la verità:. nell’opera intitolata Apologetico nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo, Atene e Gerusalemme, accademia e Chiesa. Quindi Tertulliano condanna tutto il sapere pagano, rifiuta ogni relazione tra fede e filosofia e valorizza ciò che va oltre la ragione.

La patristica greca: Clemente Alessandrino, Origene,Giovanni Crisostomo

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Alcuni padri della Chiesa sono attivi nella parte orientale dell’impero romano. I loro sforzi vanno in diverse direzioni: stabilire un corretto rapporto tra cristianesimo e filosofia greca, chiarire gli aspetti teologici del cristianesimo, fornire precise indicazioni educative. Il recupero dei pensatori greci è importante per attirare verso il cristianesimo gli appartenenti alle classi colte. Clemente Alessandrino scrive due opere, il Protrettico e il pedagogo, nelle quali affronta il rapporto tra cristianesimo e cultura greca con l’intento di difesa e affermazione della nuova religione cristiana. Clemente valorizza in particolare Cristo che è inteso come verità è vero maestro. Il cristianesimo diventa dunque la nuova Paideia.  Successore di Clemente e Origene per il quale è il messaggio divino a porsi come educatore dell’umanità. Tale conoscenza parte dall’interpretazione delle sacre scritture e rinunciando al mondo e al peccato. Scopo dell’educazione cristiana è favorì il ritorno a D

Cristianesimo e filosofia

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Il cristianesimo si trova ad affrontare una doppia sfida: una portata dalla società e dalla dalla cultura pagana contro la nuova fede e l’altra a causa delle diverse interpretazioni dello stesso messaggio. A impegnarsi in questa sfida sono i padri apologisti. Nel II secolo d.C. compaiono le prime vere scuole cristiane. Questi centri educativi insegnano anche elementi di filosofia greca. Una delle più importanti scuole sorge ad Alessandria d'Egito. Con il catecumenato si educa complessivamente al cristianesimo, preparando il battesimo e l’ingresso nella comunità dei credenti. L'educazione prevede due livelli formativi: uno per gli incipienti, che vengono preparati per il battesimo e uno per i competenti, per i quali si cura una preparazione più approfondita.  Qui compare la figura del sacerdote, al quale viene affidato il compito educativo nella comunità dei credenti. Dopo il catecumeno arrivano le scuole superiori di teologia. La patristica si impegna in un confronto con le cor