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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Le tappe dell'educazione

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Nella "Republica" Platone individua le fasi dell'educazione dei cittadini nello stato ideale. Da questo testo emergono alcune indicazioni relative alle materie e alle modalità d'insegnamento. L'aritmetica e l'educazione preparatoria va proposta quando sono ancora fanciulli sottoforma di gioco e va insegnata prima della dialettica. L'aritmetica va insegnata sottoforma di gioco perchè nell'anima nessuna cognizione imposta a forza è durevole. In questo brano Platone dice che i fanciulli che negli studi appaiono più esperti vanno trascelti a far parte di un dato numero. a partire dai 20 anni loro riporteranno onori maggiori degli altri e le discipline che hanno studiato alla rinfusa saranno per loro condensate in sinossi e solo questo tipo di apprendimento sarà durevole. Platone dice poi che chi sarà capace di questa condensazione sinottica sarà dilettico e chi no, no. Individuando così gli individui di natura dialettica.

Seneca e l’auto educazione interiore

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Seneca mira alla cura di sé e all’auto definizione interiore attraverso la filosofia. Il pensiero di Seneca è influenzato in particolare dallo stoicismo. Nelle lettere a Lucilio Seneca sostiene la necessità di migliorare se stessi dal punto di vista morale, seguendo l’esempio delle persone virtuose ed esaminando criticamente le esperienze personali. Seneca critica anche l'erudizione fine a se stessa e le arti liberali sulle quali si fonda la formazione retorica: esse possono servire soltanto per introdurre allo studio della filosofia. Seneca definisce in particolare la figura del saggio, controlla le proprie passioni e con l’uso della ragione e accetta il proprio destino; il saggio è il vero pedagogo del genere umano. Il suo pensiero quindi non è rivolto alle istituzioni educative, quanto al percorso di autoeducazione che ciascuno deve compiere.

La diffusione delle scuole

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 L’organizzazione generale degli studi diventa più capillare, estendendosi a tutto l’impero e diffondendo così la cultura e la lingua latina. Per le necessità amministrative è favorito l’accesso all’istruzione di nuovi ceti sociali: vengono previsti gli alimenta, cioè dei prestiti pubblici alle famiglie del ceto medio per favorire la formazione dei figli. Compaiono inoltre le biblioteche e aumenta la circolazione di libri. La società imperiale privilegia sempre più una preparazione tecnica adeguata ai compiti richiesti nell’amministrazione pubblica: per esempio si diffonde la stenografia, una forma di scrittura abbreviata adoperata da Notaii, cioè coloro che redigono notae per conto di altri funzionari.

Quintiliano e l'educazione in età imperiale

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 Marco Flavio Quintilino ha lasciato un’opera, la Institutio oratoria, con la quale intende ridare all’arte oratoria quel fondamento culturale auspicato da Cicerone. Lo scopo di Quintiliano è formare il bonus orator. La formazione del buon oratore svolge dunque anche una funzione etico civile; pertanto quintiliano compone un’opera sull’educazione complessiva dell’oratore, seguendone la formazione dalla nascita alla fine della carriera. I caratteri ideali dell’oratore sono l'onestà, l’abilità nel parlare e la preparazione filosofica. Quintiliano invita infatti ad uno stile naturale, per far si che il discorso si possa sviluppare in modo organico e spontaneo. Quintiliano prende in considerazione anche le modalità di insegnamento e la figura del maestro. Attraverso la formazione l’oratore deve giungere al suo completo sviluppo naturale. La sua natura è sufficente solo per un oratore medio; per un oratore perfetto invece è determinante soprattutto l'educazione. E' anche l’unico

L'organizzazione scolastica romana (V-.I sec. a.C.)

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L’istruzione primaria comincia a sette anni. Il magister insegna a leggere e scrivere, l'insegnamento di calcolo e impartito da un altro insegnante, il calculator: molti allievi, dopo questo primo livello, lasciano gli studi per diventare mercanti. Il livello di istruzione è molto basso, gli insegnamenti sono impartiti attraverso un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo ed è frequente il ricorso alle punizioni corporali. Le punizioni corporali sono inflitte con la ferula, cioè una canna con nodi di legno, e la sua scutica e la virga, cioè fruste di strisce di cuoio. Gli studenti imparano l'alfabeto ripetendo i fonemi e collegandoli alla forma grafica corrispondente. Al termine di questo ciclo scolastico gli studenti sanno appena leggere e scrivere. All’istruzione secondaria (12-15 anni) accedono solo i ragazzi provenienti da famiglie aristocratiche, che frequentano le lezioni di un Grammaticus. Le materie d'insegnamento sono quelle della scuola ellenistica, le sette arti

Cicerone e l'ellenizzazione dell'educazione romana

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Marco Tullio Cicerone è un uomo politico, ma soprattutto filosofo, oratore e scrittore. Il suo apporto è stato determinante nella ellenizzazione della cultura latina. Egli cerca di conciliare il mos maiorum con la cultura greca. Ha contribuito a diffondere la filosofia greca nel mondo romano e con lui la paidèia ellenica diventa la Humanitas. Cicerone si sofferma però soprattutto sull’istruzione superiore in vista della formazione dell’oratore, nella quale devono confluire erudizione ed etica: le discipline fondamentali sono la letteratura, la filosofia e il diritto. L’oratore deve avere una cultura ampia e profonda, Cicerone, infatti, ritiene che il benessere dello Stato dipende dalla bontà dell’educazione ricevuta dal cittadino: la riflessione pedagogica una forte valenza politica. La sua opera più importante è il De oratore. In esso Cicerone esamina la retorica e l’oratoria, definendone gli aspetti fondamentali: -inventio, l’ideazione di una orazione; -dispositio, l’ordine degli a

Catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana

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I cambiamenti economici successivi alla seconda guerra Punica indicono a grossi cambiamenti nella società romana. Alla ribalta della società si affiancano nuovi ceti che non condividono più i vecchi valori.le stesse correnti di pensiero ellenistiche non pongono più lo Stato e la collettività al centro, ma l'uomo nella sua individualità. Cambia anche l'educazione dell'età repubblicana, le famiglie ricche affidano sempre più i loro figli a un servo o a un liberto istruito, il pedagogus. anche l'educazione femminile risente di questi cambiamenti: le ragazze delle famiglie più elevate vengono affidate ad un pedagogus per studiare, sempre in casa. In età precoce si sposano passando dall'autorità del padre a quella del marito. Tuttavia una parte della società romana si mostra ostile a questi cambiamenti, come Marco Porcio Catone. Lui viene chiamato Censore per le critiche che muove verso la società. Egli esorta a recuperare la tradione che vede nel padre l'educatore

L’educazione romana delle origini e il mos maiorum

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L’economia romana inizialmente soprattutto di carattere agricolo e la sua società è dominata da una aristocrazua di proprietari terrieri. In questa società predominano i valori della casa e della famiglia. L’educazione avviene all’interno stesso della famiglia e fuori sulla base dell’esempio degli adulti e della trasmissione orale. Il sentimento a cui si viene educati e quello della pietas in quanto rispetto per i genitori, gli avi, la patria e le divinità, perché nel mondo contadino anche la religione è componente fondamentale per l’identità di gruppo. A questi valori si aggiungono il legame con la propria terra, la dedizione al lavoro, la moderazione, il rispetto delle leggi e della tradizione. Questo insieme di valori costituisce il mos maiorum, l'esempio che viene dagli antenati. E l’esempio è un elemento fondamentale dell’educazione che avviene in famiglia. La prima educatrice è la madre, inferiore all’uomo e assoggettata all’autorità del marito. La madre può ricorrere a una p

L’educazione nell’antica Roma

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L’educazione come “Fatto sociale” Come per i greci del periodo classico, anche per i romani la vita sociale politica è estremamente intensa. A seconda della loro condizione, i cittadini romani godono di diritti politici, partecipano alle assemblee, rivestono cariche pubbliche e scendono in guerra. Anche l'educazione è per i romani un fatto sociale, essa ha un intento civico. Il cittadino romano deve sapersi comportare di fronte alla collettività in modo di adeguato. L’educazione e la cultura romana hanno un intento più pratico e meno speculativo-filosofico rispetto al mondo greco. I greci, infatti, già per l'educazione dei fanciulli parlano di Paidèia. I romani, invece, usano il termine educatio per indicare la prima formazione finalizzata allo sviluppo delle attitudini fisiche, morali e intellettuali, mentre la formazione culturale vera e propria viene rimandata agli anni successivi. Il termine Humanitas corrisponde al greco Paidèia,con il significato di un’educazione raffi

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica

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 In età ellenistica la prima formazione avviene in famiglia a cura delle donne di casa. Dai 7 ai 19 anni i ragazzi frequentano una scuola pubblica, a cura dei municipi. Anche qui incontriamo la figura del pedagogo che rappresenta per il ragazzo un riferimento di tipo morale. Il maestro ha invece il compito dell’insegnamento. -L'istruzione primaria: va dai 7 ai 12 anni, qui i ragazzi imparano a leggere e scrivere e acquisiscono i primi rudimenti di matematica; musica e ginnastica fanno ancora parte dell’istruzione. -Istruzione secondaria: va dai 12 ai 20 anni, riguarda la formazione umanistica e quella scientifica. Il grammatico insegna la letteratura mentre il retore cura la produzione sia scritta sia orale degli allievi. Anche in epoca ellenistica c'è l'efebato, durante il quale viene impartito un addestramento militare che nella nuova realtà politica prepara soprattutto alla carriera di atleta professionista. -Formazione superiore. è basata sulla retorica e mira a

L’educazione nell’età ellenistica

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 Con Aristotele all’ideale dell’impegno civico si va a sostituendo l’ideale della vita contemplativa. Quest’ideale si impone nell’età ellenistica. In un grande impero come quello di Alessandro Magno i cittadini non sono più cittadini ma sudditi che lasciano al sovrano e ai suoi funzionari il compito di guidare lo Stato. L’abbandono dell’impegno pubblico va di pari passo con la crescente attenzione per la vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche che permettono di affrontare nel modo migliore la propria vita personale. Le scuole ellenistiche si affermano del III secolo a.C. Alla figura del sapiente va a sostituendosi quella del saggio, cioè di colui che sa affrontare le avversità della vita e dominare le passioni. La scuola assume sempre  più l’aspetto di uno spazio che raccoglie le persone per una vita comunitaria. Accanto al saggio si sviluppa anche la figura del sapiente specializzato, i processi di specializzazione e di separazione del sapere continua in questo periodo con la

Aristotele: la formazione integrale dell’educazione di Stato

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 Aristotele presenta un programma pedagogico il cui tipo di riflessione e suoi esiti sono molto diversi da quelli di Patone: Aristotele privilegia l’analisi della realtà alla descrizione dello Stato ideale e al tema della giustizia preferisce la felicità. Aristotele stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità. L'educazione per Aristotele è essenzialmente educazione morale perché solo una formazione integrale dell’uomo permette di raggiungere l’equilibrio, caratteristica fondamentale della felicità stessa. Per Aristotele è sempre presente la formazione del buon cittadino anche se il suo ideale supremo non è politico: il valore più alto per Aristotele presiede nella conoscenza e nell’amore disinteressato sapere. Aristotele riprende il concetto tradizionale di aretè, e lo applica alla conoscenza e alla morale. Aristotele infatti parla di due tipi di virtù: l’insegnamento e la ripetizione. Le virtù dianoetiche, che consentono nell’esercizio dell’intelligenzae le

Isocrate: la formazione dell'oratore

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Il programma culturale di Isocrate rinuncia a una rifondazione del sapere ritenendo che sia impossibile raggiungere una verità assoluta. Egli persegue un ideale culturale ed educativo meno elevato e per questo più accessibile.  Isocrate attraverso l’arte oratoria si predispone di formare autentiche personalità, caratterizzate sia da valori morali sia da un’ampia erudizione. In questo modo egli punta alla formazione di un uomo di Stato che sia una persona colta e onesta. La scuola di Isocrate ha un preciso programma. Dedicata alla formazione dell’oratore, essa prevede un curricolo di quattro anni durante i quali viene fornita una preparazione enciclopedica, che comprende diversi campi del sapere e al cui centro si colloca l’arte della retorica.per lo studio di questa disciplina sono fondamentali lo studio degli aspetti linguistico-grammaticali e l'imitazione. Vengono coltivate anche la matematica e la dialettica come base per la retorica. Nella formazione generale ha una grande imp