I sofisti e la nascita della paidèia






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Nel V secolo Atene raggiunge il vertice del suo splendore sotto la guida di Pericle. Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare l' aretè politica. Questa nuova virtù consiste nell’abilità dialettica e retorica,cioè nell’arte del linguaggio. Le tecniche segnate dai sofisti sono due: la dialettica, che consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori e la retorica, che consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio. Accanto alla retorica e la dialettica, i sofisti pongono il possesso di un sapere enciclopedico come condizione per il successo politico. Nell’ambito del loro insegnamento entrano dunque la poesia,il mito e le scienze. In questo modo vengono gettate le basi della Paidèia greca, di un insegnamento in cui obiettivo era cultura generale. I sofisti non identificano la conoscenza con la verità, anzi, ritengono che non esiste alcuna verità assoluta: Protagora di Abdera afferma che la verità è quella che gli uomini dicono sia tale. Giorgia de Lentini afferna a sua volta che tutto sta nelle nostre capacità di persuasione. Per queste parole i sofisti sono stati accusati di scetticismo perché hanno affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza, e di nichilismo perchè hanno affermato che non esistono verità assolute. Essi hanno però avuto il grande merito di contribuire alla democratizzazione della politica sostenendo l' insegnabilità della virtù a tutti e di conseguenza l’importanza dell’istruzione e dell’educazione. Essi dunque hanno posto l’uomo e la città il centro della loro attenzione filosofica e nella Polis sono stati i primi insegnanti di professione che si sono dedicati alla formazione dell’uomo politico.


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