Benedetto da Norcia e Cassiodoro: il monachesimo occidentale
Dopo l’editto di Costantino e quello di Tessalonica la chiesa ha ha assunto un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani. È la chiesa che garantisce l’istruzione a partire dal V-VI secolo.
Il monachesimo, nato in oriente, inizialmente si esprime come il desiderio di imitare Cristo, scegliendo di vivere in povertà. Dal fenomeno isolato, il movimento si organizza dapprima in comunità aperte e in seguito in comunità con regole di vita.
Nel VI secolo il movimento si diffonde anche in Occidente grazie a Benedetto da Norcia, il quale fonda il monastero di Montecassino. Secondo Benedetto la vita del Monaco deve essere caratterizzata dall’impegno quotidiano e del lavoro manuale.
La vita nel monastero si svolge in comunità, ognuno ha un ruolo e la vita è scandita dalla preghiera. Al lavoro manuale i monaci alternano infatti la preghiera e il lavoro intellettuale, che consiste nella ricopiatura dei testi classici e e contribuendo così alla salvaguardia del patrimonio culturale dell’ Occidente. A Benedetto da Norcia viene attribuito anche il testo “regula magistri” in cui vengono chiariti alcuni principi pedagogici della scuola monastica.
I genitori devono essere informati della vocazione del figlio, che affronterà il noviziato, un percorso lungo seguito dai monaci. Un altro rappresentante del monachesimo è Marco Aurelio Cassiodoro, un uomo colto che è stato attivo anche presso la corte di Teodorico, re degli Ostrogoti.
Cassiodoro ha elaborato un compendio delle sette arti liberali, divise nel trivio e quadrivio. Le lettere umane sono le arti liberali; le lettere divine sono le sacre scritture.
Nell’opera “lettere varie” viene ripresa la distinzione dei tre stili de discorso: umile, medio e sublime.
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