L’educazione nell’età ellenistica
Con Aristotele all’ideale dell’impegno civico si va a sostituendo l’ideale della vita contemplativa. Quest’ideale si impone nell’età ellenistica. In un grande impero come quello di Alessandro Magno i cittadini non sono più cittadini ma sudditi che lasciano al sovrano e ai suoi funzionari il compito di guidare lo Stato.
L’abbandono dell’impegno pubblico va di pari passo con la crescente attenzione per la vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche che permettono di affrontare nel modo migliore la propria vita personale. Le scuole ellenistiche si affermano del III secolo a.C. Alla figura del sapiente va a sostituendosi quella del saggio, cioè di colui che sa affrontare le avversità della vita e dominare le passioni. La scuola assume sempre più l’aspetto di uno spazio che raccoglie le persone per una vita comunitaria. Accanto al saggio si sviluppa anche la figura del sapiente specializzato, i processi di specializzazione e di separazione del sapere continua in questo periodo con la formazione dell’uomo colto di stampo umanistico e dallo scienziato specialista: la contrapposizione tra sapere umanistico sapere scientifico inizia quindi a fare la sua comparsa. In età ellennistica due istituzioni sono emblematiche: La biblioteca di Alessandria, III secolo a.C. e il museo di Alessandria.
All' età ellenistica sono riconducibili due personaggi: Plutarco che scrive: “Le vite parallele” nella quale stabilisce un parallelo tra le vicende biografiche di due personaggi per volta. Tali vite sono prese come modelli da proporre ai lettori. il tema della virtù non viene proposto astrattamente ma con esempi concreti forniti delle biografie di personaggi illustri. A Plutarco è attribuita l’opera “l’educazione dei figli” e in quest’opera, secondo l’ideale di una formazione umanistica, si ripropone l’importanza delle arti liberali assegnando un particolare rilievo alla retorica e ponendo al vertice dell’insegnamento la filosofia.
Da questa formazione non è esclusa la cura del corpo. Contro le arti liberali si pronuncia invece il filosofo Sesto Empirico, rappresentante dello scetticismo, una scuola che nega la possibilità di una conoscenza assoluta. Sesto Empirico ritiene che l’apprendimento sia possibile solo attraverso l'esperienza diretta.
L’abbandono dell’impegno pubblico va di pari passo con la crescente attenzione per la vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche che permettono di affrontare nel modo migliore la propria vita personale. Le scuole ellenistiche si affermano del III secolo a.C. Alla figura del sapiente va a sostituendosi quella del saggio, cioè di colui che sa affrontare le avversità della vita e dominare le passioni. La scuola assume sempre più l’aspetto di uno spazio che raccoglie le persone per una vita comunitaria. Accanto al saggio si sviluppa anche la figura del sapiente specializzato, i processi di specializzazione e di separazione del sapere continua in questo periodo con la formazione dell’uomo colto di stampo umanistico e dallo scienziato specialista: la contrapposizione tra sapere umanistico sapere scientifico inizia quindi a fare la sua comparsa. In età ellennistica due istituzioni sono emblematiche: La biblioteca di Alessandria, III secolo a.C. e il museo di Alessandria.
All' età ellenistica sono riconducibili due personaggi: Plutarco che scrive: “Le vite parallele” nella quale stabilisce un parallelo tra le vicende biografiche di due personaggi per volta. Tali vite sono prese come modelli da proporre ai lettori. il tema della virtù non viene proposto astrattamente ma con esempi concreti forniti delle biografie di personaggi illustri. A Plutarco è attribuita l’opera “l’educazione dei figli” e in quest’opera, secondo l’ideale di una formazione umanistica, si ripropone l’importanza delle arti liberali assegnando un particolare rilievo alla retorica e ponendo al vertice dell’insegnamento la filosofia.
Da questa formazione non è esclusa la cura del corpo. Contro le arti liberali si pronuncia invece il filosofo Sesto Empirico, rappresentante dello scetticismo, una scuola che nega la possibilità di una conoscenza assoluta. Sesto Empirico ritiene che l’apprendimento sia possibile solo attraverso l'esperienza diretta.
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